Gino apri gli occhi, quella mattina si svegliò un po’ turbato di ciò che era avvenuto la sera prima ma soprattutto con un brutto pensiero, forse aveva fatto un incubo. Sollevò lo sguardo, guardò l’orologio e la sua faccia si scurì immediatamente. In un attimo aveva realizzato che era giovedì e doveva fare una commissione. Non aveva la minima voglia di fare questa commissione e rabbrividì al solo pensiero. Si girò d’altro lato sperando di addormentarsi nuovamente e di svegliarsi il giorno dopo. Chiuse a malapena una palpebra quando sentì una voce dal profondo e non era un incubo, purtroppo, era sua mamma che urlava: Gino svigghiati chi iè taddu. Ti ricoddi chi m’ha spicciari da cosa a posta? U sai chi io non ci pozz’ annari! 1 Quindi, era tutto vero. Sua mamma aveva bisogno di lui, ma la commissione alla posta Gino non l’aveva mai mandata giù, la faceva controvoglia e lo metteva di malumore. Allora risponde alla mamma: mamma fammi dommiri, fammi dommiri autri 10 minuti! Poi mi siddiu e sugnu stancu e u sai che na suppottu Naiu Valia! 2 la mamma gli urlò subito contro insistentemente fin tanto che Gino decise di alzarsi. Scese le scale con i capelli e la faccia stropicciata, prese il caffè e lì accanto trovò le carte, carte che doveva portare alla posta. Le guardò, poi si mise a giocare con la tazzina di caffè mettendola vicino agli occhi in modo da fare sparire le carte dal suo sguardo. Alla fine si rassegnò, si alzò, prese le carte e uscì.
Attraversò il vialetto e si ritrovò di fronte alla piazza del paese. In piazza a distanza vide due donne, già da lontano riconobbe Cammela a cuttighiara 3 che parlava con una certa veemenza che la caratterizzava. Stava raccontando alle vicine la disavventura proprio di Gino del giorno prima “Scinni Papà”. Carmela non appena lo vide arrivare, cambiò subito discorso, tanto sapeva tutto di tutti e aveva tanti cuttigghi a disposizione da raccontare. Gino si sentì un po’ osservato mentre passava e percepì in sottofondo un po’ di sghignazzi. Una volta in piazza, vide Don Gianni che stava lì seduto ad aspettare che il tempo passasse. Don Gianni salutò Gino con molto rispetto e un bel sorriso affettuoso, erano molto amici i due. Gino ricambiò. Poco più avanti Ciccio invece gli disse: Ma tò patri a unni u lassasti? Aoggi nun scinniu? 4 chiaramente una provocazione, una presa in giro poco velata da parte di Ciccio. A quel punto Gino capì che si riferiva al giorno precedente e allora rispose a tono: Ciccio Birra ma picchì non ti bivi na birra e ti cucchi? 5
Proseguì però senza fermarsi, non voleva problemi quella mattina, già ne aveva tanti, la sua missione principale era la commissione in posta.
Superata la piazza, si ritrova di fronte alla posta. Già in lontananza poteva sentire la puzza di sigaretta misto profumo d’arancia e di cocco di Naiu Valia e già gli veniva un senso di vomito. Non appena arrivò all’ingresso la vide. Naiu Valia era lì, sicca sicca, con i capelli scuri, la faccia scura, vestita di nero, come sempre, a non fare nulla. Aveva quello sguardo rilassato ma anche minaccioso e incavolato. Allora Gino entra in silenzio e lei subito a tono: cu non mori si rividi! Ma cu ti porta? C’ha fari? 6 Gino rispose dicendo che doveva fare due raccomandate, prendere un pacchetto…. non lo fece neanche finire di parlare che rispose Ma chi ti sbigghiasti ora? tutto oggi a fari? iè tardu, su i 10, no sai chi io a fari a pausa? Si voi mi poi spettari ca, poi quannu tornu videmu chi putemu fari. 7 Gino non aveva voglia di problemi quella mattina allora rispose che andava bene e si sedette. Aspettò lì seduto sino alle 11 ma niente, di Naiu Valia nessuna traccia. Allora si fece una passeggiata e andò a bere un po’ d’acqua al lavatoio (posto utilizzato una volta per lavare i panni).
Una volta ritornato vide due vecchiette dentro che dovevano ritirare la pensione e Naiu Valia che era appena tornata. Gino allora si avvicinò e Naiu Valia lo richiamò subito Gino ma che fai? non vedi che c’è gente. Devi aspettare il tuo turno e prendi il numerino. Mica siamo al mercato qui! allora Gino stava per innervosirsi ma sapeva che non era il caso e non poteva perchè se tornava a casa senza aver sbrigato le commissioni poi sentila la mamma. Allora disse: va bene aspetto e prese il numerino.
Naiu Valia, cominciò a parlare con le vecchiette di tutto, sembrava di essere davvero al mercato. Cominciarono dal l’uncinetto per finire con le ricette di cucina siciliane. Gino non ne potè più, era stanco e si addormentò. Non appena aprì gli occhi vide che non c’era più nessuno ed era finalmente arrivato il suo turno. Allora si avvicinò al bancone, lì di fronte a Naiu Valia, lì pronto con tutte le sue carte e le sue cose da sbrigare, dice: è il mio turno adesso giusto? Naiu valia rispose: Ma beddu chi ti sbigghiasti ora! Non vidi chi ie menzionnu. Io annari a manciari. Tranquillu….rilassati i poi fari dumani! tantu ca fari? 8
Se siete arrivati a leggere fin qui avete capito perchè l’addetta della poste aveva come soprannome Naiu Valia. Questa storia ovviamente è un’ esasperazione. Non vuole essere provocatoria verso gli uffici postali né verso gli addetti postali né contro il sud o il nord, è solo una storia, prendetela così com’è e state tranquilli e rilassatevi!
Gino svegliati che è tardi, ti ricordi che mi devi sbrigare quelle commissioni all’ufficio postale? Lo sai che io non posso andarci! ↩︎
Mamma fammi dormire! fammi dormire altri 10 minuti! Poi mi scoccio e sono stanco e lo sai che non sopporto l’addetta della posta! ↩︎
cuttighiara persona che ama sparlare di altre persone ↩︎
*Ma dove hai lasciato tuo papà? Oggi non è sceso con te? * ↩︎
Francesco detto Ciccio Birra perchè non ti bevi una birra e vai a letto? ↩︎
Chi non muore si rivede! Ma chi ti ha consigliato di venire? Che cosa devi fare? ↩︎
Ma ti sei svegliato ora? Devi fare tutto oggi? è tardi, sono le 10, non lo sai che io alle 10 devo faccio la pausa? Se vuoi puoi aspettarmi qui. Quando trono vediamo che cosa riusciamo a sbrigare. ↩︎
Ma bello, ti sei appena svegliato! Non vedi che è mezzogiorno. Io devo andare a pranzare. Stai tranquillo e rilassati, le puoi sbrigare domani le commissioni. Tanto che cosa hai da fare? ↩︎