Il giorno della messa

Din..Don..Din..Don.. Era Domenica mattina, le campane suonarono la prima volta alle 8 la mattina, il suono era molto forte e riecheggia in tutto il paese, quella domenica come tutte le domeniche a quell’ora quasi tutti dormivano compreso Gino. La vecchietta Concettina invece era sveglia da prima dell’alba, sprizzava di gioia e tanta energia, era il suo unico giorno di uscita. Come ogni domenica, Concettina, stava seguendo la sua routine domenicale, si stava preparando a festa!

Concettina, dopo aver fatto una colazione molto abbondante, aveva bisogno di tante energie di domenica, si attinge ad effettuare tutte le sue preparazioni. Una doccia molto lunga per sentirsi ben profumata e sveglia, dopo si preparava i capelli, facendo tanti boccoli raccolti uno per uno per comporre come un mazzo di tulipani. Nonostante l’età Concettina aveva ancora tanti capelli, tutti neri. Faceva il colore pochissime volte. Il nero dei suoi capelli era sempre molto forte e acceso. Di domenica, usava legare i capelli con nastro di colore azzurro e rosa e ci faceva sopra un bel fiocco. La faccia tutta incipriata per coprire le occhiaie e un pò i solchi degli anni, pesanti rughe che nonostante la cipria, restavano comunque visibili. Sulle labbra, passava un rossetto, di un rosso ma di un rosso, molto forte che accendeva tutta la faccia e delineava un gran sorriso. Sorriso che aveva sempre stampato in faccia, un sorriso vissuto, che esprime molta serenità e bontà.

Scorreva tutti i vestiti migliori, li guardava, li riguardava, li girava, ma alla fine sceglieva quasi sempre il suo vestito preferito. Un vestito bello a quadri nero bianco e grigio. Molto classico ed elegante. Ci attaccava sopra la sua spilla d’oro, spilla di un delfino che aveva ricevuto da sua mamma e a sua volta, sua mamma l’aveva ricevuta da sua Mamma Concetta. Aggiungeva, una collana di perle e due orecchini di perle per dare un tocco ancor più di eleganza. Prendeva la sua borsetta e la riempiva di tutto ciò che poteva essergli utile, un fazzoletto bianco, tutto ricamato da lei stessa, con le sue iniziali PC, un foulard nel caso facesse freschetto, un ventaglio nel caso facesse caldo e un ombrello nel caso piovesse. Pensava proprio a tutto e aveva tanto tempo per prepare tutto al minimo dettaglio.

Una volta pronta, si posizionava nel suo posto preferito, posto in cui passava le mattine e i pomeriggi, in genere stava lì, seduta sul balcone a non fare nulla, guardare le macchine passare, i bambini giocare, le foglie cadere e il tempo passare. Invece oggi, aveva una cosa da fare. Stava lì seduta ad aspettare Petra. Petra era una ragazza giovane, figlia di Pippo, cugino di terzo grado di Concetta. Petra era molto affezionata a Concetta e ogni domenica, andava a prenderla a casa e l’accompagnava in chiesa, Concetta faceva fatica a camminare per i suoi dolori di artrosi dovuti all’età.

Petra arrivò puntuale alle 10 be un ora prima dall’inizio della messa. Al suo arrivo di nuovo Din..Don..Din..Don.. le campane suonarono di nuovo a festa. Concetta abitava circa 150 mt di distanza dalla Chiesa, generalmente una persona giovane e in salute ci mette circa un minuto a percorrere questo tratto, invece Concetta e Petra uscivano almeno un ora prima, si la vecchietta Concetta aveva qualche acciacco ma non era per quello che uscivano così prima bensì perchè Concetta aveva tanto tempo a disposizione e quello era il suo giorno e voleva goderselo al massimo.

Petra una volta arrivata, salutava Concetta. Buongiorno Zia Concetta! Ma comu ti parasti! Si troppu bedda stamatina! 1. Concetta ricambia con tanta gioia e un gran sorriso Buongiorno Petra! oggi, tu si a chiu bedda du paesi! Putemu fari a sfilata! 2. Petra aveva portato un fiore come tutte le domeniche, raccolto dal suo giardino. Si avvicinò a Concetta e lo mise sotto al fiocco e disse. Ora putemu nesciri si troppu bedda! 3. Allora prese la borsetta e insieme si avviarono piano piano verso le scale. Concetta si appoggiò a Petra da un lato e al corrimano in legno dall’altro lato. Faceva scivolare la mano sullo scorrimano, ma benché si fidasse molto di Petra, non si fidava delle sue gambe quindi, stringeva molto forte lo scorrimano che provocava uno stridio derivante dall’attrito della sua mano sudata che scivolava sullo scorrimano. Una volta finite le scale, Concetta si sedeva sul bisolo per fare una piccola pausa. Concetta una volta seduta disse Hai Hai! Chi bella iunnata i suli sta matina…ma Petra dimmi chi facisti a ieri sira? mi dissiru chi niscisti con cocca adunu. 4 Petra rispose ieri niscia cu Ginu. Ie un bravu figghiolo! allora subito Concetta ribatte: E cu ie Gino? I cui è figghiu? Petra ci penso un attimo, poi rispose: ie u figghiu i Mimma e i Pippu a bonanima sua. 5 Concetta subito curioso ribatte e chi facisti? cunta cunta…6 Allora concetta comincia: ma chi nì sai mi vinni a pigghiari fino a casa! ruvao tutto allicchittato supra a so vespa..Matri tuttu troppu beddu chi capiddi sistemati ie na camicia pulita… 7 Non finì di raccontare la storia che arrivò Mari Ciccia. Le tre si scambiarono affettuosi saluti e si incamminarono verso la messa. Appena partiti sentirono ancora Din..Don..Din..Don.. l’ultima ora, le campane suonavano ogni 15 minuti. Gino questa volta fece un sussulto sentendo le campane ma poi si girò dall’altra parte e continuò a dormire.

Camminarono per ben 15 minuti tirati facendo qualche pausa qua e là e si ritrovarono in piazza. Una volta in piazza, camminarono ancora più piano in modo da farsi vedere da tutti. Si sedettero proprio nella panchina centrale della piazza, tutti le guardarono, loro salutarono e si misero a chiacchierare con tutti, quando ancora Din..Don..Din..Don… Ad un tratto, si avvicinò Cammela a cuttigghiara era sempre in cerca di qualcuno a cui raccontare i suoi curtigghiu ma soprattutto ascoltare altri curtigghi in modo da riempire il suo tempo, allenare la sua parlantina. Una volta lì davanti Buongiorno signore, ma come siamo belle questa mattina! le tre, ricambiarono il saluto. Carmela utilizzava sempre la stessa strategia, inizialmente buttava giù una serie di complimenti e ringraziamenti vari in modo da attrarre l’attenzione e fare sentire bene il suo pubblico, poi quando tutte pendevano dalle sue labbra partiva con la sua storia, inizia sempre dalla storia più in voga del momento, poi se vedeva esserci un ricambio allora andava giù più pesante fino agli scoop che manco i muri conoscevano. E fidatevi lei ne sapeva davvero tante, il suo lavoro era quello ed era assatanata dal saperne sempre di più, sapere tutto di tutti. Quel giorno esordì con la storia da Fubba (la furba). La Fubba, era una vecchietta che non si vedeva mai, stava sempre chiusa in casa e non si sapeva niente di lei, non si sapeva cosa facesse, come vivesse e se fosse ancora viva. Si parlava di lei spesso, era l’unica di cui nessuno aveva filtro. Si raccontavano tante storie brutte e belle ma la maggior parte di queste vedeva sempre la donna in maniera cattiva vincente e furba. Ieri a putia ntrasiu na signora, Gina (la proprietaria della putia), mi dissi…chi mai l’avia vista. Iera vecchia, ma strana, aviva nu stile tuttu particulari cu nu cappeddu a tipo chiddi chi si vidunu nta televisione e parrava italianu. Ma Italianu bonu, comu parrano chiddi chi studiano assai, sicuru chi fici magari i superiori. Na vota chi ntrasiu, vaddau tutti i cosi e ci fici 50 mila dumanni, e da ago e filo si cattao fino a attrezzi i travagghiu. Proprio strana sta vecchia. Si cattau si tanti cosi. Gina mi dissi chi manco nto misi migghiori fici tutto sto guadagnu. Appena nisciu Gina cuminciò a cantari e ballari da contentizza e chiamò subito so figghiu Filippò e u mannau mi ci va appresso pi capiri da unni nisciu sta vecchia. Allora Filippu ci cuntao chi si fici u giro i tutti l’attività du paisi. Cattò, tutto cattau, inchiu u carrello si cattò magari nautru carrelo e u ghinchì. Tutti aierie ieruno sbarruati i sta cosa e tutti i vindanti mi cuntaruno a stissa cosa chi era troppu stranuuu. Ma a sapiti na cosa? Filippu a nsucutau fino a casa e ndovinati aunnni ruvao…A casa da Fubba! Cumbinazioni ie fossi o ie proprio a Fubba? E cu sapi e cui a cunusci! mai nuddu a vidiu nta facci! 8 La storia era quasi finita quando fu interrotta dalle campane Din..Don..Din..Don..Din..Don..Din..Don.. che suonavano di più per segnalare che mancava solo l’ultima quarto d’ora all’inizio della messa. Allora le tre ringraziarono Carmela per la storia e si incamminarono verso la chiesa. Carmela non aveva tratto alcun guadagno da quello scambio allora si avvicinò e disse, u sapiti chi c’è, magari io a nari a missa oggi, vengu con vui così vi ncumpagnu fino a ghiesa. 9 In questo modo, nel tragitto poteva ascoltare le loro discussioni. Le tre lo sapevano, conoscevano bene Carmela, ma era inutile cercare di evitarla o non parlare. Allora si misero in marcia e ripresero a chiacchierare lo stesso però ogni tanto aggiungevano al discorso una fandonia in modo da rendere il lavoro di Carmela più difficile.

Appena arrivarono sul ponte che regala una bella vista della grande chiesa del paese dall’alto, rimasero tutte e tre sbalordite, c’era un matrimonio e la piazza di fronte alla chiesa era tutta piena di persone belle, sorridenti e vestite a festa. Concettina allora divenne ancora più contenta, i suoi occhi si illuminarono e una lacrima di gioia scivolò giù per il viso. Anche Mari Ciccia lacrimò, ma le sue lacrime erano lacrime di dolore per suo marito, l’aveva perso da qualche mese e ancora il ricordo era molto accesso. Petra invece era contentissima, nella folla distinse gli sposi, e già si immaginò il suo futuro con Gino li in mezzo sorridenti. Carmela non era per niente sorpresa ovviamente già era a conoscenza del matrimonio e sapeva tutto sul matrimonio si trattava di una fuitina 10. Carmela era venuta apposta per vedere come le persone si erano vestite, studiare la gente e conoscere altre storie per dissetare la sua irrefrenabile voglia di conoscenza altrui.


  1. Buongiorno Zia Concetta! Ma comu ti sei vestita e sistemata bene! Sei troppo bella questa mattina! ↩︎

  2. Buongiorno Petra! oggi, tu sei la più bella del paese! Insieme possiamo fare la sfilata di moda! ↩︎

  3. Ora possiamo uscire, sei troppo bella! ↩︎

  4. Hai Hai! Che bella giornata di sole questa mattina…ma Petra dimmi che hai fatto ieri sera? Mi hanno detto che sei uscita con qualcuno. ↩︎

  5. E’ il figlio di Mimma e Pippo defunto e degno di rispetto. ↩︎

  6. E che hai fatto? racconta… ↩︎

  7. Non puoi capire, è venuto a prendermi fino a casa! e arrivato ed era tutto sistemato con la sua vespa bianca. Mi davvero troppo bello, con i capelli e la camicia perfetti… ↩︎

  8. Ieri alla putia (negozio tipico siciliano dove in genere si vende qualsiasi cosa) è entrata una signora*, Gina (la proprietaria della putia), mi disse che non l’aveva mai vista. Era anziana e strana, aveva uno stile particolare, portava un cappello come quello che si vede alla televisione. Parlava in italiano molto bene. Come parlano le persone che studiano tanto, sicuramente avrà conseguito anche la scuola superiori. Una volta che entrò, ha guardato tutto il negozio e fece tante domande. Comprò tutto da ago e filo, fino agli attrezzi da lavoro. Ha comprato così tante cose che Gina, la proprietaria del negozio, neanche nel mese migliore guadagna così tanto. Appena uscita, Gina si mise a ballare e a cantare dalla contentezza e chiamò suo figlio Filippo e lo mandò a seguire la signora in modo da capire da dove proveniva. Filippo, raccontò che fece tutto il giro dei negozi del paese e comprò tantissime cose, Riempi il carrello e si comprò anche un altro carrello e lo riempì. Tutti i venditori erano sorpresi di questa cosa e mi raccontarono tutti la stessa cosa. Era troppo strano. Ma la sapete una cosa. Filippo la seguì fino a casa e indovinare dove andò….A casa della Furba! E’ una combinazione oppure è proprio lei? E chi lo sa? Chi la conosce! Mai nessuno l’ha vista in faccia.* ↩︎

  9. Lo sapete che c’è, anche io devo andare a messa oggi, vengo con voi così vi accompagno. ↩︎

  10. Fuitina: fuga repentina che identifica l’allontanamento di una coppia di giovani aspiranti coniugi dai rispettivi nuclei familiari di appartenenza, allo scopo di rendere esplicita (o far presumere) l’avvenuta consumazione di un atto sessuale completo. ↩︎

Last modified: 11 July 2020